Ancora sull’Operazione Aemilia

Nicola Gratteri
Nicola Gratteri

Per approfondire ulteriormente le vicende relative all’Operazione Aemilia, un’intervista al Procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, il quale parla delle mafie al Nord, della situazione reggiana e dell’Emilia in Generale.

A questo link troverete l’intervista integrale.

Di seguito alcune riflessioni tratte dall’intervista.

D: A proposito: Delrio è sotto attacco politico per la sua partecipazione alla processione di Cutro nel 2009 in piena campagna elettorale per le comunali.

R: Le mafie in Calabria sono molto forti e presenti e, in alcuni paesi ci tengono a poter gestire le processioni come è avvenuto a Sant’Onofrio, ma non si può dire che tutte le processioni religiose siano gestite dalle mafie. Ho sentito dire che a Cutro c’è la processione in onore del SS.mo Crocifisso, ma che ogni sette anni c’è una festa straordinaria che coinvolge non solo Cutro ma anche i paesi dei dintorni vicini. Reggio Emilia ha un’altissima densità d’immigrati e molti di questi provengono dalla comunità di Cutro. Per la ricorrenza di questa festa settennale la Commissione Festa invita molte persone importanti. Che il Sindaco di Reggio Emilia, altri Sindaci di paesi gemellati o altre personalità abbiano risposto all’invito partecipando alla processione non significa che lo abbiano fatto con l’intento di favore la ‘ndrangheta. […]

D:In passato c’è stata la sottovalutazione del fenomeno .

R: Sì, ma non solo sul fronte politico. Dobbiamo parlare di quello investigativo, perché le mafie vanno contrastate anche dalle forze dell’ordine. C’è stata la disattenzione anche e soprattutto di investigatori che non sono riusciti a vedere.

D: Lei ne dà una lettura maliziosa, o semplicemente non eravamo all’altezza?

R:Io dico ciò che vedo e che si può dimostrare. L’ho sempre detto, in questi anni: attenzione, se costruisci cinquanta appartamenti che poi restano vuoti, quello potrebbe essere riciclaggio. Perché un imprenditore,  normalmente,  ne vende metà sulla carta e poi costruisce il resto a mano a mano che incassa. E se arriva qualcuno che offre subappalti con il 30 0 40 % per cento in meno, alle sue spalle c’è, verosimilmente, un’impresa mafiosa, così come  se arriva qualcuno con un mucchio di contanti, probabilmente è un trafficante di cocaina. Sto semplificando, ma le dinamiche sono queste.”

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