Riprendiamo e segnaliamo questo articolo di Antonio Fabbri de L’informazione di San Marino
Criminal Minds e Vulcano si intrecciano con i personaggi che bazzicavano in Fingestus
Le eccezioni preliminari
Il processo si è aperto con le eccezioni preliminari. L’avvocato Lara Conti, che difende Bruno Platone presente in aula, ha formulato la richiesta di prescrizione processuale. Secondo l’avvocato Conti, infatti, calcolate anche le ferie giudiziarie e le varie vicissitudini del fascicolo, il termine utile per le indagini era già decorso fin dal primo marzo 2012. Alla richiesta dell’avvocato Conti si è associato il legale di ufficio, Giuseppe Ragini, che difende Riccardo Riccardi, ieri assente. C’era ad assistere, invece il suo legale italiano, Piero Ippoliti.
Non dello stesso avviso dei difensori, per contro, l’avvocato di parte civile, Antonio Masiello, che patrocina Vitalucci. Per Masiello la contestazione dell’aggravante avrebbe fatto alzare di un grado la pena prevista, e questo ha allungato anche il termine di prescrizione. Poi Masiello ha aggiunto che la decorrenza dei termini partirebbe a suo avviso dalla riassegnazione del fascicolo al secondo inquirente, dopo che gli atti erano finiti prima in Appello e poi rimessi in istruttoria. Concorde con questa posizione il Pro Fiscale, Giovanni Belluzzi, che ha evidenziato come fosse corretto il conteggio effettuato dall’avvocato Masiello. Il giudice Felici, dopo essersi ritirato per deliberare, ha deciso per il rigetto dell’eccezione dell’avvocato Conti […].
La deposizione di vitalucci
Dopo la decisione del giudice Felici sulle eccezioni preliminari, il processo è proseguito con l’audizione della parte civile, l’imprenditore anconetano, Claudio Vitalucci, all’epoca titolare della “Boosley Jeans”, società con sedi ad Ancona e Marotta. E’ dalla deposizione di Vitalucci che sono saltati fuori i nomi di diversi personaggi più o meno noti già entrati anche in altre inchieste sulla criminalità tra la Repubblica e la Riviera. […]
A proposito di soggetti campani, nel racconto di ieri di Vitalucci sono spuntanti anche i fratelli Ernesto e Luigi Luciano. I due erano assieme a Platone e Ricciardi i due imputati, in un incontro con l’imprenditore anconetano. I fratelli Luciano sono riconducibili al gruppo degli acerrani, persone già note nell’ambito dell’inchiesta Vulcano. Ma alle riunioni, diverse volte, era presente anche Giovanni Pascarella, oggi deceduto. “C’era spesso anche lui – ha detto Vitalucci – diceva di essere un amico importante di Bianchini. Usava le sue automobili”. Anche Pascarella è entrato in più di una indagine sulla criminalità organizzata tra la Romagna e il Titano. Le estorsioni e le minacce all’imprenditore anconetano
Vitalucci ha ripercorso anche le minacce e le estorsioni subite per soldi che doveva vedersi restituire e che invece non ha avuto, per circa 320mila euro.
“Penso che Bianchini abbia voluto mettermi nelle mani di questi suoi collaboratori per liberarsi del rapporto con me. Non mi ha mai voluto ricevere”, ha detto Vitalucci. “A quel punto le abbiamo provate tutte. Abbiamo tentato con gli avvocati, abbiamo parlato con Zechini e anche con Riccio. C’è una telefonata intercettata nel procedimento italiano – ha detto Vitalucci – dove Zechini dice a Ricciardi: non vi posso difendere perché Vitalucci è andato da Riccio”. Né Zechini né Riccio, va detto, sono a processo in Italia o a San Marino, dove il fascicolo in un primo tempo aperto nei confronti dell’ex comandante della gendarmeria è stato archiviato. Vitalucci ha riferito che all’epoca aveva un debito di 1,6 milioni verso Fingestus. Poi l’imprenditore ha fatto una affermazione che contrasta con le carte del rinvio a giudizio. Ha infatti detto di non essere mai stato minacciato da Bruno Platone. Nelle carte dell’indagine, invece, risulta che fu quest’ultimo a paventare l’intervento di una non meglio precisata “famiglia”. A Ricciardi sono riconducibili le botte, il lancio di un estintore e la minaccia di buttare Vitalucci dal quarto piano dell’Admiral. Circostanze queste confermate dalla parte lesa. […] .