Dopo l’articolo del 29 aprile, segnaliamo l’articolo sull’esito del processo.
Da L’informazione di San Marino – Autore Antonio Fabbri
“Condanna a 4 anni di prigionia, multa a giorni 15 pari 600 euro e interdizione dai pubblici uffici e diritti politici per un anno e sei mesi. Questa la pena stabilita dal giudice Gilberto Felici a carico di Paola Roberto, sorella di Davide Roberto, trafficante di droga fermato, nel novembre del 2012, a Rimini nord con in macchina 140 chili di hashish e già condannato in primo grado in Italia a 7 anni. Disposta anche la confisca dei denari ritenuti di illecita provenienza per 730mila euro. Oltre a questo il giudice ha condannato anche alla confisca di ulteriori 50mila euro sulla base del dettato del nuovo articolo 147 che prevede che in caso di condanna venga disposta la confisca anche delle somme delle quali l’imputato non sappia giustificare la provenienza.
La donna, 46enne originaria di Milano ma residente a Rimini, era accusata di riciclaggio dei denari ritenuti provento dell’attività illecita del fratello.
L’inchiesta sammarinese è scattata in seguito a una rogatoria. Peraltro l’indagine italiana prese le mosse da un fatto di sangue: l’omicidio di un tassista abusivo da parte di Marco Zinnanti. Durante le perquisizioni in casa di quest’ultimo, poi condannato a 30 anni per l’omicidio, venne trovata della droga che gli inquirenti riuscirono a ricollegare a Davide Roberto. Su quest’ultimo scattò quindi l’indagine e si risalì ai suoi soldi che si trovavano a San Marino, in un conto presso Asset Banca.
Scattò la rogatoria e, con il nuovo modus operandi della magistratura sammarinese, vennero poste subito sotto sequestro le somme e poi vennero attivate le autorità di vigilanza per ricostruire la movimentazione. Si risalì quindi alla sorella, Paola Roberto, rinviata a giudizio e ieri giudicata davanti al giudice Felici, al Pro Fiscale Giovanni Belluzzi, e alla difesa.
L’avvocato della donna, Maria Selva, ha sostenuto che non erano sufficientemente provati gli elementi che collegherebbero quelle somme ai misfatti del fratello. Il legale ha sostenuto che si trattava di somme antecedenti due anni e mezzo rispetto alle condotte per le quali Davide Roberto è finito il carcere. “In ogni – ha aggiunto il legale – due anni prima la mia assistita non avrebbe potuto sapere che quelle somme provenivano dal reato”. L’avvocato Selva ha anche depositato una serie di documenti che attesterebbero le vincite al gioco fatte dal fratello per diverse centinaia di migliaia di euro. Una versione che non deve avere convinto il giudice Felici che ha quindi emesso sentenza di condanna.”