MODENA, 7 SETTEMBRE 2016 – In un anno, dal 1° agosto 2015 al 31 luglio 2016 in Emilia Romagna sono stati sequestrati 499 beni confiscati alle mafie, per un valore complessivo di 225 milioni, a cui vanno aggiunti 97 beni confiscati in via definitiva. L'Emilia Romagna arriva così al 6° posto nazionale nella classifica stilata dal Viminale, e al secondo, dopo la Lombardia, fra le 11 regioni a nord della capitale.
Sono questi i dati della mappatura del ministero dell'Interno. Lo rendono noto la Cgil regionale e di Modena in una nota. I sindacati aggiungono altri dati, recuperati dal progetto europeo "Icaro-EU" da cui emerge che: "…i sequestri delle imprese in Emilia Romagna denotano una forte intrusione nella economia della regione, trattandosi di settori che descrivono esattamente quel sistema produttivo regionale, in netta distinzione con la media nazionale…il 29% delle aziende sequestrate si occupa di attività immobiliari (media nazionale 8%) e, addirittura, l'11% di attività finanziarie, contro una media nazionale dell'1% ".
“Questo – si legge nella nota – conferma la stretta necessità di riflettere meglio sui dati provenienti da altre fonti (sempre ufficiali) e che possono aiutare a capire meglio le specificità malavitose in regione”. In particolare, sui "picchi" regionali del lavoro nero/irregolare nel settore immobiliare, appunto, e sul record regionale relativo a "segnalazioni di operazioni finanziarie di sospetto riciclaggio".
Riciclo e cosche, riconfermati negli atti recentissimi dell'inchiesta "grecale ligure" con le note ricadute modenesi e che, la Cgil spera fortemente, non ricadano sul lavoro dei 17 dipendenti di quella ditta.
Interessante infine guardare la mappatura dei 209 patrimoni e aziende confiscate con la sentenza Aemilia già pronunciata con rito abbreviato a fine aprile: 25 aziende, 72 appartamenti, 89 box/magazzini, 16 terreni , 7 patrimoni non meglio definiti. “Si allarga – conclude Franco Zavatti, coordinatore sicurezza e legalità Cgil Emilia-Romagna – l'evidente ed urgente necessità di accrescere la quota dei patrimoni confiscati alle mafie, per la loro rapida riassegnazione ed utilizzo per fini pubblici e sociali. Questa resta una priorità assoluta,superando storture e lentezze non più sopportabili”. [rassegna.it]