Pericolo mafia e camorra, nasce l’Osservatorio [dal Resto del Carlino, 1 novembre 2011]

Cattolica, 1 novembre 2011 – La provincia di Rimini ha chiesto alla regione Emilia Romagna la stipula di un accordo per iniziative di contrasto alla criminalità ed i primi Comuni ad aderire c’è Cattolicacostituendo, già da qualche giorno nei singoli municipi, uno specifico Osservatorio Anti-Mafia.

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«L’idea è creare una rete – spiega Alessandro Bondi, vicesindaco e docente di Diritto Penale presso l’Università di Urbino – per essere vicini alle associazioni, agli imprenditori, alla comunità, cominciando con due progetti. Il primo, prevede la promozione di un osservatorio dedicato all’analisi e monitoraggio degli atti illeciti legati alla criminalità organizzata di stampo mafioso. Oramai una realtà per il nostro territorio locale, come ribadito anche durante la conferenza con Don Luigi Ciotti a cui ha preso parte pure il gip Piergiorgio Morosini, cattolichino in prima linea a Palermo nella lotta alla mafia. L’Osservatorio sarà gestito dalla Provincia di Rimini, anche tramite un sito internet dedicato. Coinvolgerà oltre al nostro Comune la questura, la prefettura, la camera di commercio, le associazioni di categoria e sindacali, le associazioni di volontariato. Lo scopo è fare confluire le banche dati di questi enti e, attraverso l’analisi delle informazioni, interpretare le dinamiche territoriali con continui scambi d’informazioni tra gli organi aderenti all’Osservatorio».

L’attività di monitoraggio dell’Osservatorio sarà poi affiancata dalla formazione degli insegnanti e la realizzazione di programmi educativi con lo scopo di diffondere strumenti e conoscenze per comunicare il senso di appartenenza a una società con valori condivisi e regole da osservare: società e regole tutt’altro che perfette, ma migliorabili nel rispetto delle persone e delle istituzioni. La scelta di puntare su conoscenza ed educazione suona allora come una scommessa: offrire un futuro ai cittadini di domani per dare ancora un senso alla politica».

E Bondi poi ribadisce: «Da tempo l’antimafia segnala la presenza di associazioni mafiose, camorristiche, ’ndranghetiste in Emilia Romagna, riviera compresa e non è neanche una meraviglia. La criminalità organizzata va dove trova soldi e imprese, per riciclare, reinvestire, moltiplicare il denaro. La criminalità cerca attività, avanza con la crisi, cresce con la paura. Ed è nutrita dall’ipocrisia, sia di chi teme che parlare di criminalità rovini l’immagine del luogo di vacanza, sia di chi ancor più teme che controlli di legalità finiscano per chiedere il rispetto della fedeltà fiscale, della regolarità contributiva, della sicurezza sul lavoro, della trasparenza amministrativa: settori che, quando trascurati, sono il terreno ideale per il proliferare della criminalità».

[dal RESTO DEL CARLINO, 1 NOVEMBRE 2011]