Promozione e diffusione della cultura della legalità

L’eroe è una persona coraggiosa, con grande spirito di abnegazione, ammirata da tutti per le sue doti o gesta, nel caso in cui si prediliga l’accezione classica del termine. Un significato che è stato riscritto più e più volte. Perché l’eroe non è chi fa «l’imprenditore in modo onesto», come Libero Grassi ucciso da Cosa nostra per essersi ribellato al pizzo, perché altrimenti come diceva la figlia Alice nel video Anticorpi «saremmo in un brutto paese». Eroi non sono nemmeno i “cattivi” di Gomorra, icone distorte di una narrazione al contrario di fatti criminosi che di conseguenza rischia di compromettere una più accurata educazione alla legalità. Non volevano essere chiamati eroi nemmeno gli operatori socio-sanitari durante le fasi più concitate dell’emergenza coronavirus. Ma al magistrato cattolichino Piergiorgio Morosini piace invece chiamare eroi i giornalisti precari degli «eroi dell’informazione del nostro tempo», che di fronte a «rapporti di lavoro incerti e contratti rinnovati di tre mesi in tre mesi, continuano con enorme spirito di servizio a raccontare i fatti, condizione che però non vale allo stesso modo per tutti e che rischia di precludere la qualità dell’informazione, anche attorno ai temi di mafia».

Insomma, molto di quel che si può fare per costruire una vera cultura della legalità si basa sull’uso corretto delle parole e sulla costruzione di una coscienza comune – e critica – tramite la corretta semantica, simbolica e semiotica, termini cari al filosofo prima che politico Nicola Morra, presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie che ha individuato nella comprensione di questi aspetti linguistici e gnoseologici una preziosa strategia di contrasto alle infiltrazioni mafiose, anche nella riviera romagnola. Un’altra delle azioni messe in campo dall’Osservatorio provinciale sulla criminalità organizzata in collaborazione con il Comune di Cattolica è stata proprio organizzare il convegno di giovedì sera su “Promozione e diffusione della cultura della legalità”, ideato con il Comune di Bellaria-Igea Marina e sostenuto da una vasta presenta di spettatori, sia in piazza della Repubblica dove l’incontro ha avuto luogo sia online tramite la pagina Facebook istituzionale e del media partner Altarimini.it.

Non va mai dimenticata l’attività massiccia nelle scuole riminesi e con i giovani, realizzata da anni grazie anche alla partecipazione di molte associazioni di volontariato e ben ricordata dall’assessore con delega del Comune di Rimini Mattia Morolli. Un assalto al sistema mafioso dal basso, per prevenire eventuali reclutamenti anche in zona, visto l’appeal che certe strategie di affiliazione hanno avuto nel tempo sui giovanissimi di molte parti d’Italia, spesso sostenute dal falso pretesto del riscatto sociale.

Non può mancare l’azione politica, attuata tramite l’Osservatorio coordinato da Ivan Cecchini, che ne ha ricostruito con precisione e citazioni l’excursus e le prospettive di sviluppo futuro con un nuovo sito e un nuovo protocollo d’intesa, sottoscritto nel 2015 e rinforzato nel 2016 dal Testo unico regionale per la promozione della legalità, come hanno ben ricordato il responsabile dell’area Sicurezza e legalità della Regione Gian Guido Nobili e dal sottosegretario alla presidenza della giunta regionale Davide Baruffi.

Capitale sociale e la solidarietà non devono collassare, il sostegno statale a imprese e famiglie in crisi non deve mancare, perché in caso contrario apre enormi spiragli alle infiltrazioni più infime e infami. Un tema su tutti quello della «corresponsabilità», sollevato da Morosini di fianco al bisogno di implementare l’Osservatorio e di inserirvi «interlocutori credibili sotto ogni punto di vista».

Per Morra la lotta alle sostanze che danno tossicodipendenza è centrale, visto che è ancora oggi «uno dei principali introiti della mafia in ogni parte del mondo». Le sue parole più dure sono state spese per denunciare ancora una volta «fenomeni folli, assurdi, irrazionali quali l’acquisto di strutture alberghiere al di fuori delle logiche di mercato, facendo ipotizzare che quelle stesse sarebbero diventate lavatrici. Ma questo è avvenuto tranquillamente perché il venditore, di fronte a un’offerta anche doppia rispetto a quella di mercato, riteneva di star facendo un affare, quando invece stava prostituendo il territorio». Il nemico va «studiato così come i suoi codici, che vanno disvelati, corretti e quando necessario combattuti e repressi. Son contento di vedere persone, ma potevamo essere di più. Le mafie sono molto più intelligenti di quel che si può pensare e hanno capito, tranne che nella fase corleonese, che è più proficuo lavorare silenti piuttosto che sparare. Fate controllare tutti, non fidatevi di nessuno. Il livello di infiltrazioni nello Stato è inimmaginabile».

La prima, come anche l’ultima parola, è stata del sindaco Mariano Gennari, che nel fare gli onori di casa ha ricordato l’incubo delle prime sull’operazione Darknet, con reati che all’inizio sembravano in odore di mafia ma che sono stati poi declassificati da parte del tribunale del riesame a seguito di appositi ricorsi. «Ringrazio il sindaco di Bellaria Filippo Giorgetti per lo spunto a rilanciare uno strumento prezioso come quello dell’Osservatorio. Faccio un appello a tutti i cittadini, anche delle forze politiche, a continuare a combattere con unità questa battaglia che non finirà mai, abbandonando speculazioni e dismettendo casacche». Anche per confrontarsi meglio con i suoi cittadini, l’amministrazione di Cattolica ha voluto aprire alla partecipazione pubblica il prossimo consiglio comunale, in programma lunedì 31 agosto alle 21 a palazzo Mancini.

Francesca Valente (dal sito: AltaRimini.it)