Settimana della Legalità. Mezzetti: “La penetrazione della criminalità è un cancro che combattiamo”

La Regione, unica in Italia, ha finanziato una mappatura on line dei beni immobili confiscati, promossi ogni anni decine di progetti per diffondere tra i giovani la cultura della legalità, il ruolo del patto per il lavoro nel generare buona occupazione

Dobbiamo aumentare, giorno per giorno, sempre di più gli anticorpi in grado di contrastare con efficacia la penetrazione della criminalità organizzata nel nostro tessuto economico-sociale”. Così l’assessore regionale alle Politiche per la legalità della Regione Emilia-Romagna, Massimo Mezzetti, concludendo i lavori del convegno ‘L’esperienza emiliano-romagnola per il contrasto alle infiltrazioni mafiose’. Un momento di riflessione e discussione che questa mattina a Bologna in viale Aldo Moro, nell’ambito della ‘Settimana della Legalità’, ha messo a confronto il prefetto di Bologna, Patrizia Impresa, il questore bolognese, Gianfranco Bernabei, il prefetto Ennio Mario Sodano, ex direttore dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata e il capo di Gabinetto del presidente della Giunta regionale, Andrea Orlando.

Settimana della legalità’ che domani sarà chiusa dall’assessore Mezzetti che guiderà la partecipazione ufficiale e formale della Regione, assieme a tutti gli enti locali emiliano-romagnoli, nell'appuntamento a Ravenna per l’Emilia-Romagna, a Padova a livello nazionale, della ‘XXIV Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie’. “Quella di domani sarà una giornata di grande festa, comunicazione e sensibilizzazione dell'opinione pubblica rispetto a quello che è un cancro che va combattuto ed estirpato dal nostro Paese ed anche dalla nostra regione”, precisa l’assessore regionale.

Sullo sfondo della discussione in viale Aldo Moro gli scenari e le conseguenze delle infiltrazione criminali in Emilia-Romagna, svelati dall’inchiesta e dal maxi-processo ‘Aemilia’. “Come evidenziato nel processo svoltosi a Reggio Emilia- ha aggiunto Mezzetti– sono confermati i tratti fondamentali delle caratteristiche e delle dinamiche di penetrazione e radicamento delle organizzazioni mafiose nel territorio emiliano-romagnolo, che da tempo avevamo individuati. Fenomeno che non si è tradotto in un’occupazione militare del territorio, nel quale non si è avuto interesse a realizzare clamorose attività cruente con spargimenti di sangue, se non in alcuni casi eccezionali. È stata, invece, una penetrazione di carattere economico, che in una prima fase si è palesata attraverso la presenza di imprese controllate, o condizionate dalla mafia, imprese in genere provenienti da altre regioni del nostro Paese. Solo successivamente si è radicata attraverso una rete di collusioni, complicità o ingenuità di imprenditori o professionisti locali. Un salto di qualità nell’inserimento nel tessuto emiliano-romagnolo”.

Per questo in Emilia-Romagna l’attività di contrasto avviene prima di tutto sul terreno economico e sociale. “Nel Patto per il lavoro, sottoscritto da tutte le componenti della società regionale, il punto di partenza è- ha precisato Mezzetti- proprio la convinzione che la crescita della nostra società e la sua capacità di generare buona occupazione si fondi sulla piena affermazione della legalità in ogni ambito, in particolare in ogni relazione di lavoro. Tra gli ambiti di intervento prioritari si individua il contrasto a ogni tentativo di infiltrazione nell’economia legale da parte della criminalità organizzata e di negazione di diritti fondamentali nel lavoro, agendo su appalti, anticorruzione e gestione dei beni sequestrati e confiscati”.

Fondamentale, è emerso nella discussione, la mobilitazione delle istituzioni che debbono svolgere il proprio compito senza sovrapposizioni. La Regione lo fa adottando le norme necessarie a contrastare sempre più efficacemente le penetrazioni del crimine organizzato, mettendo in campo al contempo un'attività di diffusione della cultura della legalità, in particolare rivolta ai giovani. Unica in Italia, la Regione Emilia-Romagna ha finanziato con l’Università di Bologna unamappatura on line dei beni immobili confiscati alle mafie (www.mafieeantimafia.it), progetto che è stato riconosciuto come buona pratica dallo United Nations Office on Drugs and Crime. In Emilia-Romagna sono 119 i beni confiscati, 25 gli accordi di programma per oltre 1,5 milioni di euro di risorse messe in campo dalla Regione. Per quanto riguarda la promozione e la diffusione della cultura della legalità e del contrasto alle mafie attraverso il progetto rivolto ai giovani ‘Concittadini’, che coinvolge scuole, enti locali, associazioni e istituzioni del territorio, ha visto tra il 2018-2019 realizzati ben 34 progetti sulla legalità coinvolgendo oltre 17.200 ragazzi.

Nel 2018 la Giunta regionale ha messo a disposizione 780.000 euro per 35 nuovi progetti che promuovono la cultura della legalità e la lotta all’infiltrazione mafiosa in regione.  Accordi che coinvolgono le amministrazioni comunali, Unioni, Università, Province, Enti e scuole. Da inizio legislatura sono stati cofinanziati 118 progetti per la promozione della cultura e della legalità per oltre 2,2 milioni di euro.

(fonte: Regione Emilia Romagna)